giovedì 24 marzo 2016

Vizio e Vezzo


Il fumo per molti è un vizio.
Qualcosa di cui si ha bisogno fisico e psicologico a prescindere dal fatto che non faccia che nuocere.

Per alcuni c'è una sorta di componente rituale: chi ne ha bisogno dopo un pasto, chi la brama dopo il sesso, chi non può farne a meno persino prima di andare a dormire.
Il vizio cosnuma, è quella cosa che va a scolpirsi nei pilastri dell'io.

Quando fumavo non ne ho mai sentito il bisogno.
Ogni sigaretta della mia vita è stata accesa perché l'ho desiderata.
Ogni sigaretta che io ho acceso l'ho gustata e l'ho maneggiata con un gusto cosciente fatto di atteggiamento e sapore volontariamente ricercato.
Un vezzo.

Riuscivo a passare svariati giorni senza toccare una sola sigaretta e senza averne assolutamente bisogno, tuttavia non ho mai smesso di desiderare una sigaretta tra le mani, gesticolare con essa e dare profonde boccate per alternare emissioni di fumo dei più vari tipi. Bastava una gustosa chiacchierata, una serata mondana ed ero capace di fumare un intero pacchetto in poche ore.
Proprio così, il mio essere fumatore è sempre stato incostante nei ritmi ma assennato nell'intento. 
Il fumo per me è stato sempre puro piacere.

La sigaretta e il vezzo del fumo quindi mi hanno sempre tentato. Mi piace l'oggetto, mi piace il suo effetto sociale e adoro sceglierne una marca a discapito d'altre in base al gusto del momento.

Due anni fa ho smesso di fumare.
Ho smesso di accendere sigarette e di inalarne il fumo ma tutt'oggi trovo che maneggiare o fumare una sigaretta abbia un fascino irresistibile.

Il non fumare nonostante io continui a desiderarne il gesto per volontario gusto personale e consciente che non si basa su un mero bisogno fisico incontrollabile fa di me un non fumatore o il più passionale dei fumatori?