giovedì 25 febbraio 2016

La nuova vecchia generazione



Riflettevo su quanto i tempi moderni influiranno sui rapporti sociali delle prossime generazioni.

Quando ero piccolo sentivo raccontare innumerevoli aneddoti, ricordi ed esperienze importanti ai miei genitori o ad altri parenti. Ma come spesso capita, ogni persona aveva memorizzato le cose in un modo diverso dagli altri, perché in funzione del proprio stato emotivo riguardo quello specifico avvenimento, con il tempo ne hanno involontariamente modificato alcuni dettagli.

In buona sostanza capitava spesso che lo stesso aneddoto avesse due o più versioni differenti a seconda di chi lo stesse raccontando con conseguenti discussioni sull'effettiva realtà dei fatti che ogni narratore dell'aneddoto sostenesse di conoscere.

Della vita passata dei nostri genitori, parenti più prossimi, zii, nonni e di tutte quelle persone che fanno parte della nostra vita e dei nostri cari non abbiamo avuto altro che racconti contraddittori, raramente testimoniati da un esiguo numero di foto ormai sbiadite. Insomma: la verità sul passato non è mai stato troppo chiara.

Se ci riflettete converrete con me che già oggi non è più così: scriviamo giornalmente su Facebook moltissime cose. In un modo o nell'altro, che si tratti di avvenimenti importanti della nostra vita o di  dimenticabili circostanze che in un dato momento abbiamo reputato emotivamente rilevanti (nel bene o nel male), queste cose finiscono in un post.

Commentiamo, mettiamo i "mi piace" (e metteremo le neo giunte "reazioni") ai post degli altri, rendendo tutta la nostra vita ben tracciabile nel tempo.
Per sfruttare questo enorme vantaggio "storico" Facebook da un po' di tempo infatti ci propone i ricordi che di giorno in giorno ci ripropongono tutto ciò che abbiamo postato nello stesso giorno degli anni passati. 

Tramite Facebook è possibile rivivere cose importanti come gioie, acquisti importanti, viaggi, dolori, storie finite, stati di cordoglio, lamentele e cose stupide come foto di cose strane viste per strada, articoli altrui condivisi, immagini o meme che ci ispirano o divertono particolarmente. In poche parole un vero e proprio diario ed album fotografico dettagliato.
Già adesso che sono su Facebook da nove anni mi capita di ritrovarmi a sfogliare album fotografici degli anni passati con la stessa malinconia con cui mia madre sfogliava gli albumetti di fotografie delle estati precedenti.

Ovviamente c'è chi con Facebook (e/o i social network in genere) non ha un buon rapporto, c'è chi blinda le impostazioni della privacy, c'è chi disabilita le notifiche dei ricordi, chi non mette proprie foto reali o nome reale, chi cambia account di continuo e chi non ha proprio alcuna intenzione di iscriversi.

Insomma, sto realizzando che un domani i nostri figli avranno i nostri ricordi e la nostra vita passata come una risorsa di dati facilmente fruibili. Spulciando il nostro profilo leggeranno i nostri post, vedranno nitidissime foto di vent'anni fa senza e non potremo mai negare tutto ciò che siamo stati.

Un aspetto interessante di questa mia previsione è che coloro che non sono mai stati su facebook o che cambiano account di continuo non eviteranno affatto il fenomeno di cui parlo, perché trattandosi di una netta minoranza causeranno delle domande, su cui in mancanza di risposta si potrà sempre indagare un po'.
Se Pinco Pallino non è su facebook ci sono i suoi amici e da li si dedurrà il giro di amicizie, o stile di vita, i gusti musicali e tanto altro.
Un'ex sarà sempre rintracciabile, le foto dell'epoca da qualche parte resteranno e in un modo o nell'altro il proprio passato non smetterà mai (finalmente) di far parte di un pubblico archivio storico.

Questo farà sicuramente infuriare i più lamentosi, i depressi e i paranoici, ma in fondo non interessa a nessuno: i tempi cambiano e la società con essi.

Mi piace pensare che tutto questo sarà una cosa meravigliosa per le persone equilibrate e coerenti come me. Con tutto il rispetto di chi non sa accettare se stesso e il proprio passato non me ne frega meno di un cazzo.


2 commenti:

  1. Dici che non si potrà più mentire perché tutto sta scritto su facebook? Io non credo, vista la marea di panzane che molte persone scrivono su loro stesse. Io su facebook non ci sono ma non ho pregiudizi verso chi lo usa. Di sicuro ci sono persone consapevoli dell'utilizzo che ne fanno ma, tra i centinaia di milioni di utenti, tanti sono così sprovveduti (o forse fanno finta di esserlo) da mettere foto troppo intime, da scrivere cose troppo private. Persone ignare del fatto che i dati inseriti restano di proprietà dell'azienda e che quest'ultima può farci quello che vuole?
    Io credo che passiamo da un eccesso a un altro. Una volta non si poteva dire nulla, i panni sporchi si lavavano in famiglia, ora si sbatte tutto sul web. Si dovrebbe cercare un compromesso.

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    1. Hai proprio ragione, credo proprio che si passerà (con il passare del tempo) da un eccesso ad un altro.
      Si dovrà trovare un compromesso sociale, o magari sarà naturale il verificarsi di un compromesso tramite il cambio generazionale, l'attenuarsi del boom "social" e il modificarsi degli strumenti.

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