sabato 25 gennaio 2014

Il Super eroe, il wrestler e il porno-attore

Da quando il web ha preso il sopravvento nella sfera sociale, tantissima gente ha iniziato a familiarizzare con il concetto di "pubblico domino". Sì,  perché l'argomento privacy quando si parla di social network e dei vari modi di utilizzarli non giunge nuovo più a nessuno.

Anni fa, quando ad abitare il web eravamo davvero in pochi, la banda larga non esisteva e anche solo l'idea di visualizzare immagini (non superiori ai 256 colori) con una connessione di 56kbit/s era snervante. Infatti la magior parte del web era fatto di sole parole e ciò che diede vita al concetto di interazione tra internauti furono i forum e le chat.

Attenzione, le chat erano molto dverse da quelle odierne, non esistevano gli account o le passwords e ogni volta che si lanciava il programma ci si poteva scegliere un nick diverso. L'unico modo possibile per beccare le stesse persone era connettersi sempre allo stesso server e entrare sempre nella stessa stanza.

Quando ci connettevamo su mIRC l'unica indicazione riguardo gli altri utenti on-line non era altro che l'elenco dei nick dei pesenti. Non c'erano né immagini del profilo né dati personali, e tranne il nick non potevamo conoscere altro. Fu proprio per permettere ai nostri amici di riconoscerci che nacque l'esigenza di scegliere sempe lo stesso nick.

Perché questa piccola pallosissima lezione di storia?
Perché questo ci permise di entrare fin da subito in confidenza con il concetto di "identità segreta".
Nonostante la buona fede, non si poteva avere la certezza sull'identità di qalcuno. Si chattava per mesi con un gruppo di persone, ma non c'erano mezzi per essere sicuri che dietro il nick "xonia" non si nascondesse un energumeno peloso e allergico al sapone che per imprcisate ragioni di compiacimento personale giocava a fare la stuzzicazzi. Altre volte non si aveva nemmeno la certezza che xonia fosse la solita persona, perché poteva capitare che un impostore scegliesse quel nick connettendosi semplicemente prima, o quando la "vera" xonia si scollegava.

Sì,  ma perchè tutto questo?
In  realtà una vera ragione assoluta non saprei darvela.Vi confesso di essermi finto donna, mi sono finto un 40enne sposato e una volta persino un prete. Lo facevo solo perché era divertente, perché godevo del gusto perverso di osservare le reazioni della gente o per fare qualche scherzo ad un amico. Era chiaro a tutti che il web era (e lo è anche oggi) colmo di persone che indossano delle maschere.
Maschere virtuali che permettevano di vivere un'altra situazione, di ingannare e persino di essere sinceri al 100% per una volta .

Alcuni, come i super eroi, nascondevano la propria identità perché indossando la maschera potevano ostentare quella sicurezza e quell'assolutismo che li rendevano carismatici e autoritari come mai prima.

Altri, come i wrestler messicani, si nascondevano dalle conseguenze delle malefatte che ordivano per ferire o screditare i loro acerrimi nemici.

Altri ancora, come alcuni porno-attori, indossavano la loro mascherina per poter essere veramente se stessi senza essere riconosciuti e giudicati nelle loro insospettabili identità.

Queste cose le accadevano nel 1995, e a distanza di diciannove anni, nonostante l'evoluzione del web, questi fenomeni continuano a verificarsi. Esiste persino uno show televisivo su MTV intitolato "catfish" dove vengono raccontate (e a volte risolte) storie di persone che si sono innamorate di impostori tramite i social networks.

Tutta questa faccenda mi è venuta in mente quando qualche giorno fa decisi di iniziare a scrivere questo blog, perché fin da subito ho dovuto scegliere se farlo anonimanente o se metterci la faccia.
In effetti, se avessi scelto di essere semplicemente "Mr. Cervellostico" avrei potuto parlare di ogni cosa senza pormi il problema delle conseguenze, avrei potuto parlare di astruse perversioni sessuali senza svelarle a mia moglie e avrei persino potuto criticare aspramente amici e parenti senza suscitare il loro risentimento.
Comodo, troppo comodo.

L'ebbrezza dell'identità segreta per me è roba vecchia di quasi vent'anni e per altro so bene quanto essa sia avvolta da un inevitabile coltre di dubbio da parte del lettore. Finchè non si mette la faccia in ciò che si scrive, nessuno lo prenderà troppo sul serio e l'eventualità che sia tutto inventato è sempre troppo plausibile.

Se quindi ho scelto di scrivere cme Turi Messina è per permettere a chiunque mi conosca di commentare, contraddirmi o risentirsi.
E facendolo saprete che quello che scrivo lo penso davvero.



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