mercoledì 19 febbraio 2014

Le basette alla Wolverine, l'impermeabile alla Matrix e l'arroganza.

Avete presente quelle persone che non riescono in alcun modo a distaccarsi dall'ovvietà?
Io le detesto.

Quelli che quando mi sentono parlare di wrestling mi chiedono "ma è tutto finto vero?".
Quelli che quando mi vedono con un trench di pelle esclamano "come Matrix!".
Quelli che quando mi vedono con i capelli corti mi chiedono "sei stato dal barbiere?".
Quelli che quando mi incontrano in spiaggia con tanto di costume da bagno addosso mi chiedono "cosa ci fai qui?".
Quelli che quando mi vedono portare un lungo paio di basettoni esclamano "come Wolverine!".
Quelli che quando mi incontrano quando sono in moto mi chiedono "è tua?".
Quelli che (in Sicilia) quando sentono il nome "Turi" mi chiedono "è il diminutivo di Salvatore vero?".

Sì, sì, sì e sempre maledettissimamente sì. Ebeti!

Queste menti limitate sono schiave dell'ovvio. Subiscono l'inconscia necessità di puntualizzare ogni argomento con questo tipo di interventi che possano fare da ancora nelle loro scontate sicurezze.
In buona sostanza possono vivere l'illusione di partecipare all'argomento ubicando se stessi in una posizione di volontaria estraneità pur fingendo interesse.
A cos'altro serve chiedere o esclamare qualcosa di scontato? Serve solo a "riempire" una discussione! A poter parlare di qualcosa o qualcuno per distogliere l'attenzione dalla propria posizione o quantomeno per prendere la rincorsa prima di poter azzardare un'opinione.

Credetemi, che essere "normali" dia quel comodo senso di protezione e sicurezza che permetta di non essere mai additati per primi o di non dover sostenere posizioni impopolari, lo comprendo. Per quanto io non ne condivida la scelta, riesco persino a carpirne il senso, se provo ad immedesimarmi in una mente meno brillante e meno sicura di sé.

Nel mio modo di vedere le cose, l'arguzia, l'estro, la libertà di espressione e il coraggio di proporre idee sono caratteristiche che rendono speciali le persone. Con questo non intendo dire che "essere speciale" debba essere un dovere o un'ossessione volontaria. Semplicemente trovo innegabile che chi per natura è estraneo alla normalità, si trovi in una condizione filosofica privilegiata.

Per quanto si possa girare su wikipedia, ad esempio, le persone su cui è stato fatto un articolo sono quelle che in qualche modo, nel bene o nel male hanno fatto la "differenza" in qualcosa.  Chi fa parte dei "normali" non può passare alla storia. Chi invece si è battuto per qualcosa di ingiustamente considerato normale è colui che "apre gli occhi" a tutti gli altri solo dopo che ha lottato e vinto "da solo".
L'emancipazione non è forse la liberazione da una condizione di inferiorità sovente imposta dalla "normalità" della società?

No, non intendo che pur di finire su un'enciclopedia, in televisione, sui giornali o sul web, qualsiasi stranezza sia lecita. Non intendo la notorietà come scopo ma come naturale conseguenza accidentale. Chi si da fuoco ai peli del culo per un attimo di notorietà non è speciale è idiota.
Idiota è chi basa la sua vita per essere diverso a prescindere, idiota è chi cerca nell'artefatta diversità l'unica propria caratteristica distintiva, idiota è chi non accetta le proprie VERE preferenze e non le sostiene orgogliosamente.

Attenzione il mio non è un attacco alla normalità, io non credo che essere normali sia un male. La normalità (o per meglio dire il conformismo) per definizione non può essere discriminante ed è nucleo naturale delle società. 
Nessuno può essere del tutto estraneo alla società, per quanto bizzarro possa essere in qualcosa, lo sarà sempre in confronto alla "normalità" della società in cui vive.

Ciò di cui vi sto parlando e che aborro con tutto me stesso sono le persone banali. Talmente qualunquiste, limitate e insicure delle proprie idee dozzinali da arrancare persino nel tentativo di conformarsi alla semplice condizione di "normalità". Riconoscerli è molto facile: quando possono non si esprimono e se sono portati a farlo sono spesso d'accordo con il più carismatico del gruppo. Insomma una sorta di insulto al concetto di "Sapiens Sapiens".

Sono cosciente di aver scritto questo articolo con arrogante presunzione, ma credetemi non mi sento il migliore di tutti. Conosco molta gente più intelligente di me, più acculturata, più ingegnosa e più libera dai preconcetti. Ma ne conosco (e ne vedo) fin troppa incapace di sostenere attivamente una conversazione con me.

Io non faccio altro che osservare e giudicare (impopolarmente) ciò che vedo.

P.S.
Questo post mi ha davvero combattuto, fino all'ultimo istante non ero sicuro di volerlo pubblicare a causa del contenuto estremamente antipatico.

3 commenti:

  1. Sará anche antipatico, ma godibile per chi condivide.
    Abborrire la banalitá, questa è la meraviglia che è fulcro del discorso.

    La mostruositá della banalitá.
    Siamo circondati da mostri, che si nascondono dietro le loro bugie, additando altri come mostri.
    I "mostri" che ci vengono indicati in realtá non esistono, essi sono invece criminali, deviati o persone che hanno un loro recondito tornaconto.
    I veri mostri si celano sotto l'espessione della banalitá.
    E la banalitá diventa indice della corruzione e miserabilitá della persona che la esprime.

    Esempi (illustri e non) di mostruositá, cioé di espressioni banali:

    -"vieni qui bambina, ti insegno un gioco, sará il nostro piccolo segreto"
    -"sei l'amore della mia vita, ti ameró per sempre"
    -"Saddam è un pazzo!"
    -"gli italiani sono mammoni/comodisti/oziosi, per questo rimangono a casa fino a dopo i 30 anni"
    -"18 febbraio 2014, 26 gradi a Palermo, la spiaggia di Mondello gremita di..."
    -"le ragazze straniere/dell'est sono tutte pu77@~>!"
    -"Tizio trovato in possesso di droga" (nooooo, cosa, quale, specifica, ci sono differenze enormi, fino a mettere in dubbio il significato dell'appellativo "droga")
    -"E adesso ascoltiamo il commento della madre della vittima subito dopo il ritrovamento del cadevere brutalizzato: -<>"

    Basta, sono troppe, non ne voglio elencare altre e rischio di andare fuori tema.

    Il Rastone

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    1. Rastone (sicuro di andare fuori tema), non sarà stata una scelta banale ma il colore che hai scelto per la moto sempre un colore di merda rimane ;P

      Ago!

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    2. Colere di muco o di morbo, oppure pus. Ma non di merda.
      Le sfumature della merda invece vanno da nero al marrone, terra di siena, giallo, rosso. Al massimo verde pisello o verde spinacio. E grigio.
      Si direi che il colore che ho scelto è un verde ascesso dentario con complicazioni.
      Il colore della tua invece?

      Il Rastone

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